Il viaggio in Oman è in assoluto quello che mi ha lasciato un nuovo sguardo: fotografandolo guardavo dentro me stessa. Cielo, mare, deserto si perdevano in un infinito irraggiungibile, spaventosi per la sua immensità eppure così intimi e subito familiari.
Ho attraversato il deserto e dormito in tenda, visitato i mercati alle prime luci dell’alba, percorso spiagge che abbracciavano il mare sotto le ali enormi dei gabbiani che danzavano nel sole. Tutto era poesia, e raccontava di instancabili e fortunati pescatori, di mercanti di animali. Ogni volta che guardo quelle foto rivivo ogni istante e ne sento il calore, il silenzio, la pelle bruciata dal sole sotto le vesti leggere, gli straordinari colori talmente luminosi da accecare. Sento di aver come testimoniato una magia, la stessa che mi ha realmente trasformata lasciandomi uno sguardo nuovo su tutto ciò che mi circonda e che, di ritorno da quel viaggio, ricerco ancora in ogni mio scatto.
Tornerò in Oriente, ancora: il richiamo è forte, i miei occhi non sono ancora sazi e temo non lo saranno mai